Possiamo dire che la rana pescatrice sia un pesce dalla “doppia vita”:
una volta privata della testa assume infatti il nome in codice di coda di rospo.
Curiosità
L’appellativo di tale specie deriva dal fatto che è pigra, perciò, anziché andarsene a caccia di cibo, si appiattisce sui fondali, apre l’imponente bocca e aspetta che le prede arrivino a domicilio… E può attendere, ferma e immobile, anche una giornata intera!
Ovviamente ha un’esca per attirarli: dalla pinna dorsale esce l’ilicio,
un’appendice che attira i “passanti” verso le fauci prendendoli in trappola.
Delicata e con poche lische
perfetta per zuppa, paella, frittura..
Eric Ripert le copre di spezie zahtar, le cuoce arrosto e le serve con pepe nero.
Gordon Ramsay le rotola in un mix di 5 spezie cinesi, le passa prima in padella poi in forno.
Bruno Barbieri le cuoce a tocchetti e poi le serve fredde in insalata con cereali misti bolliti, porcini trifolati, aceto balsamico, olio extravergine e prezzemolo fresco.
Alessandro Borghese ne passa i bocconcini in pane in cassetta (frullato con nachos e foglioline di sedano), li rosola in olio e li presenta su una salsa al Bloody Mary completando con cuori di sedano, pepe ed extravergine.
Daniele Usai lascia la rana pescatrice marinare otto ore in sale grosso, zucchero, timo e chiodi di garofano, la sciacqua e la usa come condimento, assieme a scaglie di pecorino dei Monti Sibillini, per tortelli all’uovo ripieni di mela annurca e crème fraîche.
Simone Rugiati condisce i bocconcini con sale, pepe, zeste di limone e rosmarino tritato, li avvolge in cavolo verza lessato e guanciale, li cuoce sfumando col vino e li serve su una vellutata di ceci.
Gualtiero Marchesi l’ha resa protagonista de Il nero e il rosso, ricoprendola con un gazpacho di nero di seppia
e dandole un titolo che richiama il famoso romanzo di Stendhal.
Moreno Cedroni propone: cubi di stinco di vitello con lumache di mare cucinate in porchetta, ossia con erbe aromatiche, e trippa di rana pescatrice con una salsa di castagne, una preparazione dove le note odorose della porchetta profumano lo stinco, che a sua volta ha la stessa consistenza della rana pescatrice e delle lumache di mare.
(Fonte “Il Pesce”, nr 1, 2014, p. 92)